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Il cioccolato, una storia senza tempo

Curiosità
5/26/14

Il rumore del cioccolato che si spezza sotto i denti, il suo sapore che si scioglie in bocca e poi la sensazione di puro piacere che si diffonde in tutto il corpo. Sono sostanzialmente queste le fasi che ognuno di noi attraversa mentre si gusta del buon cioccolato durante una pausa al lavoro oppure semplicemente dopo cena. Sì, perché in fondo è sempre il momento giusto per una dolce coccola :-).

Non molti sanno però che quello che noi oggi assaporiamo ha davvero una storia che risale alla notte dei tempi. Secondo alcune ricerche botaniche, si presuppone infatti che la pianta del cacao fosse già presente spontaneamente 6000 anni fa (!) in Sud America. Discorso diverso per le coltivazioni, il cui primato è vantato dai Maya intorno al 1000 a.C. e poi successivamente dagli Aztechi.
All’epoca il cacao aveva una connotazione religiosa e spirituale. Niente quindi bar e pause varie, in America era consumato durante le cerimonie religiose e offerto insieme all’incenso come sacrificio alle divinità!

La sua dimensione spirituale e liturgica si evince anche da un’antichissima leggenda Azteca sull’origine della pianta, nata dal sangue di una principessa uccisa per proteggere il tesoro da lei custodito. Da lì si spiegano le caratteristiche dei semi di cacao: amari come la sofferenza ma allo stesso tempo forti ed eccitanti come le virtù della principessa! 






Oltre al suo impiego liturgico, nelle Americhe il cioccolato era consumato dall’élite anche come bevanda: lo xocoatl, ottenuto aggiungendo acqua e componenti addensanti o nutrienti.
Il cacao era dunque considerato un bene di lusso. Per questo i suoi semi erano usati come moneta di scambio, di conto e anche come unità di misura!
Volete una curiosità? Nel tesoro dell’imperatore Montezuma sono stati trovati più di un milione di semi! Mica male! 






L’Europa venne a conoscenza del cacao solo nel 16° secolo grazie al quarto (ed ultimo) viaggio di Cristoforo Colombo in America. Proprio in Honduras il navigatore assaggiò una bevanda a base di cacao e, colpito dal suo gusto, portò con sé alcuni semi di cacao in dono a Ferdinando e Isabella di Spagna.
L’introduzione del cacao in Europa la si deve invece al condottiero spagnolo Hernàn Cortéz che tornò a casa con un’intera piantagione di cacao donatagli dall’imperatore azteco Montezuma. Motivo? La leggenda narra che l’imperatore l’avesse scambiato per il Dio Quetzalcoati che, secondo il credo popolare, sarebbe dovuto tornare sulla Terra proprio nel 1519, l’anno in cui Cortéz mise piede in America(!).

Il 1585 è di per sé una data fondamentale visto che sbarcò a Siviglia il primo carico di cacao e da lì in poi, anche in Europa il cioccolato sarebbe diventato un lusso.
E l’Italia? Da noi arrivò a cavallo tra il ‘500 e il ‘600 importato in Piemonte da Caterina, figlia di Filippo II di Spagna, che sposò nel 1585 Carlo Emanuele I, duca di Savoia. 

Si deve inoltre al cioccolato la nascita delle prime “botteghe del caffè”: antesignani dei nostri bar! I locali nacquero proprio nella Venezia del ‘700 e permettevano di servire ai propri clienti sempre nuove e gustose bevande al sapore di cioccolata.






Nel corso degli anni il cioccolato ha avuto ammiratori illustri. Maria Antonietta (moglie di Luigi XVI) non si spostava mai di casa senza il suo cioccolato personale, Voltaire beveva circa 12 tazze di cioccolato al giorno per energizzare le sue giornate mentre Mozart cantava il suo amore per la cioccolata in Così fan tutte. 






Insomma, un amore democratico che nel corso degli anni ha coinvolto tutti: illustri e non.  

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